indice del numero 4

 

 

 

 

Nota introduttiva

a Wasteful Planet

di Aldo Meccariello



Wasteful Planet ovvero Il pianeta pieno di rifiuti che ospitiamo nella sezione Disvelamenti è uno scritto del professor Zigmunt Bauman dedicato al tema dei rifiuti. Si tratta di un testo inedito per il pubblico italiano che l’autore, a seguito di una nostra richiesta, ci ha gentilmente concesso e di questo lo ringraziamo vivamente.


Zygmunt Bauman è uno dei maggiori sociologi viventi, polacco di origine, e molti suoi libri sono già noti al lettore italiano, soprattutto Modernità e olocausto (Bologna, 1992), Le sfide dell’etica (Milano,1996), Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone (Roma-Bari, 2001), Modernità Liquida (Roma-Bari, 2002), e Amore liquido (Roma-Bari, 2004). Di questi ultimi due lavori e in specie del paradigma di una nuova fase della modernità caratterizzata come “fase liquida” ci occupiamo nella sezione Recensioni.

Ora, conviene qualche osservazione su questo saggio che riprende e dilata uno degli aspetti della riflessione dell’ultimo Bauman, quello dei rifiuti che stanno inondando come un fiume in piena il nostro pianeta. Anzi, sotto la spinta dei processi di globalizzazione, il nostro pianeta sta diventando una enorme discarica globale di una innumerevole quantità e varietà di scorie, al punto che le industrie di smaltimento, oggi, si trovano in serie difficoltà. La natura dei rifiuti è magmatica, caotica, informe e questa ben simula o rispecchia la potente metafora della liquidità cioè lo sciogliersi e il decomporsi di tutto ciò è solido intesa come nuova morfologia o antica patologia della modernità. Per ridefinire la natura dei rifiuti, Bauman fa appello a delle citazioni molto efficaci dalle Città invisibili di Italo Calvino in cui gli abitanti di una di queste città, presi dal “godere di cose sempre nuove e diverse”, non s’avvedono, poi, o fingono di non vedere, che parimenti producono ogni giorno “una fortezza di rimasugli indistruttibili” che circonda la città, sovrastandola da ogni lato” come un acrocoro di montagne”. Fuor di metafora, i rifiuti sono l’altra faccia, costitutiva ed ineliminabile, dello scintillante e onnivoro mondo globalizzato.

Ma quello che inquieta è che si tratta soprattutto di rifiuti umani, resti di umanità, masse di migranti, uomini e donne senza qualità che la macchina centrifuga della modernità spazza via e deposita nei non luoghi dei campi recintati del ricco Occidente ma anche di quel surplus di umanità che sopravvive in ampie parti del globo. “Lungo le linee di faglia del disordine mondiale - scrive Bauman- stanno lievitando cumuli di rifiuti umani; i primi segni della tendenza all’autocombustione e i sintomi di un’imminente esplosione si moltiplicano”.

Non è difficile cogliere in Wasteful Planet un’analisi allarmante di un mondo che si caratterizza sempre più in senso neo-darwiniano e neo-malthusiano, esposto a potenziali conflitti identitari, ma anche la speranza che i non-luoghi dei rifugiati diventino l’habitat naturale per la condivisione di un comune destino.

 

 

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