Il
giorno del giudizio
una selezione di
opere pittoriche dal XIII al XIX secolo
Quando il Figlio
dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi
angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite
davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri,
come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua
destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che
stanno alla sua destra:
Venite, benedetti del
Padre mio, ricevete in
eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a
trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno:
Signore, quando mai ti
abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti
abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo
ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto
ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re
dirà loro:
In verità vi dico: ogni
volta che avete fatto queste cose a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra:
Via, lontano da me,
maledetti, nel
fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi
avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non
mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno:
Signore, quando mai ti
abbiamo visto
affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti
abbiamo assistito?
Ma egli risponderà:
In verità vi dico: ogni
volta
che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più
piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio
eterno, e i giusti alla vita eterna.
Vangelo
di Matteo, capitolo 25
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Il
Giudizio
Universale è tra i temi ricorrenti dell'iconografia cristiana, in modo
particolare nel Medioevo e nel Rinascimento. Ricorrente nell'arte
romanica e gotica è
anche la sua
esecuzione ad affresco e la collocazione sulla controfacciata delle
chiese italiane, tale da essere visto
all'uscita dei fedeli con evidente scopo di ammonizione. Nei paesi
nordici invece prevale l'uso di polittici o pale d'altare di legno con
esecuzione dapprima a tempera, poi ad olio.
In tempi di
controriforma, Michelangelo e Paolo III escono dalla tradizione
locale scegliendo per il più celebre dei Giudizi, nella Cappella
Sistina, la parete sopra l'altare.
Nella
breve sequenza di immagini che segue, si può notare lo schema
prevalente che vede al centro in alto Cristo generalmente insieme alla
Madonna e a San Giovanni Battista, con
angeli, apostoli e santi; al di sotto a sinistra i beati e a destra i
dannati. Una variante possibile, abbastanza rara perchè porta il quadro
a una proporzione fortemente verticale, consiste nella posizione dei
beati sotto Cristo e dei dannati ancora più sotto.
Le fattezze e la collocazione di Cristo mutano dall'originale
estraniazione nella "mandorla" medioevale all'identità di giudice
solenne in trono o librato nello spazio superiore agli
uomini. Cristo è spesso
contornato da una spada e da un giglio, secondo le parole
dell'Apocalisse; accanto a lui gli angeli mostrano i simboli della
Passione, la croce, la colonna, la croce, la corona di spine.
La dannazione sembra progressivamente trasformarsi dal puro dolore
fisico, inflitto dai diavoli, alla pena interiore che stravolge il
corpo quanto l'anima. La presenza delle fiamme in uno spazio buio è una
costante, come la nudità delle anime. La figura di Satana, Minosse,
Bestia, è invece diversa a seconda delle epoche e delle letture e
meriterebbe un'analisi attenta, da affiancarsi magari cronologicamente
a quella di Cristo.
Pietro CAVALLINI, 1290 circa,
affresco in Santa
Cecilia in Trastevere (parte centrale), Roma
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GIOTTO
di Bondone, 1306,
affresco nella Cappella degli Scrovegni, Padova
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Jan van EYCK, nel 1420-25,
olio su
tavola trasferito su tela,
Metropolitan
Museum of Art, New York
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BEATO ANGELICO,1432-35,
tempera su
legno, museo di San Marco,
Firenze
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Hans MEMLING,
1467-71,
olio su tavola, Muzeum
Narodowe,
Gdansk
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Hieronymus BOSCH, 1504,
olio su tavola (pannello
centrale),
Accademia
di Belle Arti,
Vienna
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Lucas van LEYDEN, 1526,
olio
su tavola, Stedelijk
Museum De Lakenhal, Leiden
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MICHELANGELO
Buonarroti, 1537-41,
affresco nella Cappella
Sistina,
Città del Vaticano
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TINTORETTO,
1560-62,
olio su tela nella Madonna
dell'Orto,
Venezia
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Pieter Paul RUBENS, 1615,
olio
su tela, Alte
Pinakothek,
Monaco di Baviera
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William BLAKE,
1803,
acquarello, proprietà
privata
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Peter CORNELIUS,
1836-39,
affresco nella
Ludwigskirche,
Monaco di Baviera
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a
cura di Andrea Bonavoglia
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