NUDITA'
RECENSIONI


Federico Ferrari
Nudità. Per una critica silenziosa (Prefazione di Carlo Sini) 
Milano, Lanfranchi, 1999 (“Tessitori contemporanei”, Saggi, 12), ISBN 88-363-0068-5, Euro 9,30



La nudità non è tanto un oggetto di cui si possa parlare secondo orpelli retorici che sono, a loro volta, rivestimenti di cui occorre fare piuttosto a meno, quanto l’esposizione a ciò che lascia senza parole e perciò apre ad un’altra possibilità del linguaggio, che diventa allora esso stesso spoglio e scarno, senza abbigliamenti né abbellimenti. È la caratteristica formale di questo piccolo testo, che predilige l’andamento essenziale dell’aforisma o del saggio breve concentrato su un punto, un autore, un’opera, guardando ‘stilisticamente’ a modelli di minimalismo testuale e nudità espressiva (Beckett, Caproni, Levi), ‘filosoficamente’ invece orientandosi a riflessioni su una nudità che non mostra l’essere, ma l’inconsistenza del problema per attestare piuttosto la verità dell’immanenza, ferite e lacerazioni comprese (Nancy, Agamben).

Un corpo nudo è quanto di più evidente esista” (23), è il ‘questo’ additato e reiterato, per esempio, ne L’infinito di Leopardi, ossia quanto vi è di più scontato e ripetitivo, ma anche ciò che è sempre singolare e sorprendente: una storia vecchia quanto il mondo e insieme l’unicum al modo gerundio dell’en passant (cfr. 47). “Niente di più, ma neanche niente di meno. Essere all’altezza di questo niente di meno: a questo ci obbliga la nostra nudità” (16).

Scandito da “Soglie” che riportano stralci da Una sola moltitudine di Fernando Pessoa, quasi ad aprire, chiudere ed intercalare argomentazioni misurandole al passo della letteratura (anche per non dimenticare che il corpo nudo, come ogni finitezza, “è un accesso spalancato: dove le porte non sono né mezze aperte, né mezze chiuse – sono assenti”, 24), spesso Ferrari trova nell’arte contemporanea l’esempio più eloquente della sottrazione di cui si tratta: per esempio in Bacon si mostra a suo parere la brutalità non sacrificale di una riduzione del corpo a carne da macello, in Duchamp si presenta piuttosto il denudamento dell’arte e la sua sottrazione alla dimensione oggettiva di un senso dato, così come alla dimensione soggettiva dell’esperienza estatica, nelle installazioni di Wolfgang Laib si espone, infine, la materialità stessa nella “nudità di un’arte dove tutto è quello che è” (96).


Indice

Prefazione di Carlo Sini
Nudità
Soglia
Nudità
Straziata allegria (Caproni)
Modus gerundi (Leopardi)
La resistenza di un corpo (Primo Levi)
Soglia
La libertà dell’arte (Duchamp)
Tutto è quello che è (Laib)
À même la peau (Lyotard)
Forma breve
Soglia
Note


(a cura di Gabriella Baptist)

 


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