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2) Fisionomia dei
filosofi
Ma che cosa fa sì che il volto di un
uomo assuma un aspetto, un'espressione o un significato diverso a seconda
del variare di dettagli apparentemente minori quali l'altezza delle
sopracciglia, le proporzioni tra bocca e naso, la distanza degli zigomi?
Cercare di capire come i lineamenti del volto di un uomo ispirino interpretazioni
sul suo carattere, come l'aspetto esterno possa manifestare il carattere
interno e al limite addirittura esserne uno specchio rivelatore, è stato
da secoli occupazione prediletta da pittori e da studiosi del comportamento.
Sono stati scritti innumerevoli manuali sull'argomento, ora rivolti
a una dimostrazione psicologica, in cui quindi prevale il dato caratteriale,
ora invece a una dimostrazione di tipo scientifico, in cui prevale il
dato anatomico. Da Aristotele a Kaspar Lavater, cui nel XVIII secolo
si attribuì la creazione della scienza fisiognomica, passando
per il contributo fondamentale di Giovanni Battista Della Porta nel
XVI secolo, il tentativo comune è stato di trovare una chiave per definire
quali elementi visibili della fisionomia umana possano coincidere con
elementi interni, e quindi non visibili, del carattere umano.
Lucia Rodler ha con grande lucidità
sintetizzato tale storia fino all'Ottocento: "Già praticata
nel XII secolo a.C. dagli indovini babilonesi, la decifrazione dei fenomeni
somatici viene compiuta allo scopo di verificare l'intreccio tra il
passato, presentificato dalle forme corporee, e il futuro, svelato attraverso
la loro interpretazione".
In tempi moderni, dopo che una sorta
di degenerazione razzista aveva fatto convergere su questa disciplina,
in particolare a seguito dell'opera di Cesare Lombroso, una connotazione
universalmente deprecata, e dopo che la psicanalisi di Freud aveva determinato
in Occidente una fondamentale e radicale trasformazione del modo di
interpretare la realtà, studiosi come Arnheim e Gombrich hanno restituito
interesse e serietà a questo genere di studi. Come scrive, ancora, Lucia
Redler: "Gombrich ha definitivamente chiarito il funzionamento
della percezione fisiognomica". Infatti, lo storico austriaco-americano
ha posto questi prerequisiti nella trattazione dell'argomento:
a) la nostra esigenza di trovare un rapporto tra corpo e carattere
dipende dalla nostra necessità di ricondurre la realtà a schemi noti
e rassicuranti,
b) spesso accettiamo i rapporti così trovati senza porli in discussione,
c) tutto ciò è comunque strettamente collegato alla nostra cultura.
E' del resto evidente che la fisiognomica
non può essere tout court considerata una disciplina non motivata o
magari vicina soltanto ad argomentazioni esoteriche; gli artisti di
ogni tempo hanno, con maggiore o minore consapevolezza, modificato in
meglio o in peggio l'aspetto esterno degli uomini che ritraevano sulla
base di precise scelte e conoscenzee fisionomiche. Il fatto stesso che
ancor oggi, spesso, ci capiti di associare a un certo tipo di qualità
umana un certo tipo di bellezza, rivela che persino l'atteggiamento
di Lombroso non è del tutto estinto. In questa sede allora può essere
utile considerare la fisiognomica come una delle componenti dello studio
anatomico e cercarne altre tracce nella storia dell'arte.
L'esempio
citato in precedenza, relativo all'iconografia di Socrate, ha messo
in luce una possibilità interessante di lettura dei temi della ritrattistica
nel corso del tempo: dati per accertati i caratteri fisionomici, a caratterizzare
la rappresentazione del volto sono gli elementi propri dello stile e
del tempo. Lo pseudo-Lisippo e Raffaello sono realisti, accettano che
il grande personaggio possa non essere un modello di regolarità e di
bellezza, e studiano lo sguardo, o l'espressione, o i gesti, per accentuarne
le caratteristiche non ordinarie; David invece non può concepire che
la bellezza morale non sia anche riflesso della bellezza fisica, e si
sente libero di apportare correzioni all'immagine codificata.
Anche quando non è possibile un riscontro
storico così evidente, si può comunque rintracciare con una certa facilità
l'influenza stilistica sul modo di ritrarre. Lo stile chiaro, rinascimentale,
dei ritratti filosofici di Bramante e di Botticelli (Democrito e Eraclito
e il già citato Sant'Agostino), è in palese contrappunto con lo scuro,
ossessivo, barocco dei ritratti di Josè De Ribera e di Luca Giordano
(Democrito, Archimede, Eraclito e un filosofo cinico), a prescindere
dal filosofo rappresentato.
In realtà, sembra difficile che gli
spettatori profani, ma anche molti tra i più esperti, siano in grado
di distinguere un personaggio dall'altro: le caratteristiche visibili,
a differenza degli attributi così suggestivi dei Santi cristiani, sono
ridotte al minimo (la veste composita del filosofo cinico ad esempio)
e si ripetono senza apparente specificità: il filosofo studia, legge,
scrive ed è profondamente concentrato e appassionato dal proprio lavoro,
come i gesti delle mani sottolineano; il suo ambiente è un luogo dove
abbondano libri, carta e penne. Nell'opera di Bramante, Democrito ed
Eraclito parlano tra di loro, ma i libri oggetto del loro dialogo sono
ben visibili. Secondo una tradizione consolidata, Democrito sorride
e Eraclito appare sofferente, ma questo non può certo aiutarci a distinguerli
in assoluto dagli altri. E si noti come Eraclito, nel ritratto di Luca
Giordano (che per molti anni fu interpretato come socratesco), sia tanto
vicino al Sant'Agostino di Botticelli nell'atteggiamento, quanto ne
è lontano per stile, per colore, per impatto visivo.
Il ritratto di Nietzsche opera
del norvegese Munch, il celebre autore del Grido, rappresenta
un episodio straordinario nel contesto della nostra ricerca: un pittore
sofferente e profondamente legato ad una visione interiore ed espressionista
dell'arte, ritrae (non dal vero, Nietzsche era già morto) il
filosofo che così profondamente sarà oggetto di studi nel Novecento
e al quale lo accomuna il disagio mentale. Le fluide colline e la valle
riprendono la tematica del Grido e avvolgono la figura dell'uomo
come se ne fossero un'emanazione, ma la nostra attenzione cade sicuramente
sul volto di Nietzsche, che conosciamo dal vero attraverso fotografie
di alto livello artistico. La capacità di verosimiglianza di Munch è
indubbia, ma alcuni particolari pittorici risultano fisionomicamente
indicativi, laddove la fotografia ci consente di controllarli. Nel quadro
Munch ha accentuato, anche attraverso la posizione di tre quarti del
volto, non solo la prominenza delle sopracciglia, che rende ancor più
intensa la profondità degli occhi, ma anche quella dei baffi e dei lobi
frontali. E se il Nietzsche fotografato ha uno sguardo incisivo, il
Nietzsche di Munch non guarda fuori, i suoi occhi sono socchiusi,
egli guarda dentro. L'effetto è icastico e conferma, se vogliamo,
la superiorità dell'artista nei confronti del mezzo meccanico, che,
pur guidato da mano espertissima, non può per sua natura modificare
il mondo reale.
D'altra parte, forse nessun pittore
può evitare di modificare il mondo a propria immagine. Quando Leonardo
e il suo allievo Francesco Melzi eseguono le loro celebri caricature,
senza pretese di fornire all'umanità un modo di capire il passato o
il futuro, stanno soltanto studiando come e perchè certe parti del volto,
se deformate, risultino comiche e altre invece tragiche, e fino a che
punto esista una pretesa regolarità dei lineamenti: in altri termini,
stanno inventando la fisiognomica in una chiave moderna, ancor oggi
accettabile per pittori e scultori.
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Appunti per una bibliografia
cartacea e virtuale
Nel testo citato di Lucia Rodler, Il corpo specchio dell'anima,
da pag.159 a pag.198, è presente un eccellente percorso blibiografico internazionale,
al quale rimando per ogni ulteriore approfondimento.
Libri e articoli
Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli
1962
Carlo Carena, Fisiognomica, dai greci a Lombroso, Corriere
del Ticino 20 ottobre 1998
Flavio Caroli, Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da
Leonardo a Freud, Leonardo Arte 1998
G. Battista Della Porta, Coelestis phisiognomonia libri
sex, Edizioni Scientifiche Italiane 1996
Piero Gaspa, Manuale pratico di fisiognomica, l'Airone 1995
Ernst H. Gombrich, Arte e Illusione, Einaudi 1962
Kaspar J. Lavater, Della fisiognomica, TEA 1993
Giovanni P. Lombardo e Marco Duichin, Frenologia, fisiognomica
e psicologia delle differenze individuali di Franz Joseph Gall. Antecedenti
storici e sviluppi disciplinari, Bollati Boringhieri 1997
Lucia Rodler, Il corpo specchio dell'anima. Teoria e storia della
fisiognomica, Bruno Mondadori 2000
Paul Zanker, La maschera di Socrate, Einaudi 2000
Il ritratto. Capolavori tra la storia e l'eternità, Electa
2000
Cataloghi di mostre recenti
L'anima e il volto: Ritratto e Fisiognomica da Leonardo a Bacon,
Milano, Palazzo Reale (30/10/1998 - 14/03/1999), Catalogo Electa.
Il volto di Cristo, Roma, Palazzo delle Esposizioni (9/12/2000 - 16/04/2001),
Catalogo Electa
Von Angesicht zu Angesicht. Mimik, Gebärden, Emotionen, Catalogo della
mostra del museo di Leverkusen, 2000, ed. E.A.Seemann
In Internet
Ritratto e società,
www.comune.roma.it/museodiroma/indice.htm
CGFA
http://sunsite.dk/cgfa/jdavid/p-jdavid30.htm
Hidden Things of God's Revelation by Arthur
C. Custance
Gli ultimi giorni di Socrate The
last days of Socrates
Spazio filosofico dell'Università di Milano http://www.lettere.unimi.it/~sf/index.html
Philosophers and Philosophy http://www.columbia.edu/~pjs38/
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Internet
Bookshop
http://www.internetbookshop.it/hme/hmepge.asp
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Amazon
Europa
http://www.amazon.co.uk/
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Unilibro
http://www.unilibro.it/find_buy/default.asp
Immagini citate (ordine alfabetico per
autore e poi per soggetto)
Gianlorenzo Bernini, Monumento funebre a Urbano VIII, marmo
e bronzo, 1627-47, Basilica di San Pietro in Roma
Sandro Botticelli, Sant'Agostino nello studio, affresco, 1480
ca., chiesa di Ognissanti a Firenze
Donato Bramante, Democrito e Eraclito, affresco di Casa Panigarola,
1487, ora al Museo di Brera di Milano
Jacques-Louis David, Morte di Socrate, olio su tela, 1787,
Metropolitan Museum of Art di New York
Jusepe De Ribera, Ritratto di filosofo (Archimede?Eraclito?),
olio su tela, 1630, Museo del Prado di Madrid
Jusepe De Ribera, Democrito, olio su tela, 1630, Museo del
Prado di Madrid
Théodore Géricault, Ritratto di una pazza, olio su tela, 1822-23,
Museo del Louvre di Parigi
Luca Giordano, Ritratto di fliosofo (Democrito? Eraclito?), olio
su tela, 1652-1653, Napoli
Luca Giordano, Filosofo cinico, olio su tela, Alte Pinakothek
di Monaco di B.
Leonardo da Vinci, Studi di cranio, disegni, 1489, Windsor
Royal Library di Londra
Francesco Melzi, Caricature e ritratti, disegni su carta, XVI secolo
Edvard Munch, Ritratto di F. Nietzsche, olio su tela, 1906,
Thielska Galleriet di Stoccolma
Raffaello, La Scuola di Atene, affresco, 1509-1510, Stanza
della Segnatura dei Palazzi Vaticani
Augusto di Prima Porta, marmo di 2,04 m., 14-29 d.C., Musei Vaticani
Cristo Pantocrator, mosaico absidale nel duomo di Cefalù, 1148 ca.
scuola di Lisippo, Socrate, testa in marmo di 35 cm.,
copia romana del III sec. a.C. da un originale greco,
Museo Nazionale di Roma
particolari del volto di Socrate tratti da incisioni di :
Daniel Nicholas Chodowiecki, La morte di Socrate, XVIII-XIX
secolo
Johann Friedrich Greuter, Socrate e i suoi discepoli, XVII secolo
Antoine Louis Romanet, Aglae, XVIII-XIX secolo
Vecchio Pescatore, marmo, copia romana da bronzo del II secolo a.C.,
Museo del Louvre, Parigi
Zeus (o Poseidone) di Capo Artemision, bronzo di 2.09 m., 460 a.C.,
Museo Nazionale di Atene
Ringraziamenti
Nonostante la sua semplicità, questo articolo ha richiesto impegno e tempo,
soprattutto per la ricerca delle immagini e della terminologia. Devo allora
caldamente ringraziare, per l'aiuto che mi hanno dato e per i suggerimenti,
innanzitutto Star Meyer e Piero Palmero, e poi altri corrispondenti
come Lola Kazovsky, Marilyn Lavin, William Steinhurst, John Davies e Juergen
Zaenker.
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