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“La realtà alleggerita. Sull'immagine digitale.
"La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso" (I.Calvino)
Tratta da Lezioni americane. Sei
proposte per il prossimo millennio, questa frase può
essere l'"avatar" dell'articolo stesso. Calvino
propone per la "leggerezza" Questa breve premessa è utile per introdurre
l'argomento, in quanto, sia la densità della realtà,
sia il flusso delle forme che la compongono, concorrono a
fornire il punto di vista da cui parte il tentativo di
descrizione di ciò che è L'immagine digitale è fluida, è una serie
dinamica di variabili. In essa nulla vi è di
statico, ogni punto è una sequenza di variabili; anche
quando si tratta di immagine fissa, la staticità La lettura di un'immagine digitale può avvenire
a vari livelli: dall'informazione binaria che la
costituisce, alla alfanumerica che è una abbreviazione
della precedente, a quella che vediamo sul monitor
attraverso le unità Sono molte le combinazioni degli elementi che la
compongono: dalle testuali, alle grafiche, alle sonore,
alle dinamiche e tutte queste sono integrate in ciò che
viene descritto come "ipermedium" L'immagine-interfaccia associata ad un
dispositivo di puntamento e di selezione è quindi un
mezzo per comunicare sia in locale, in particolare con un
sistema operativo di una macchina che organizza e ordina
insiemi di dati, che in connessione, ovvero con un
sistema di macchine e di utenti, la rete appunto. Anche
in questo caso con una interfaccia bidimensionale si può
avere un ambiente di utilizzo bidimensionale o
tridimensionale, statico o dinamico, ma qui le modalità
di visualizzazione sono fissate dal linguaggio o
protocollo (Html, Dhtml, Xml, Vrml, etc.), cioè dalle
istruzioni che servono al programma di navigazione per
far vedere il tutto. Ma il termine protocollo è più
usato in altre situazioni come la tipologia di
trasferimento di dati. Ogni linguaggio descrittivo
garantisce funzionalità differenti all'ipermedium. Tali
linguaggi non costruiscono gli oggetti, intesi come
testi, suoni, immagini bidimensionali o modelli
tridimensionali, ma indicano al programma di collegamento
o navigazione come mostrarli; inoltre tali oggetti
dovrebbero essere trovati dove sono stati collocati
nel ciberspazio e non dove l’informazione relativa
è conservata, cioè i dati inerenti la costruzione
dell'oggetto possono essere in un luogo diverso rispetto
al quello del protocollo. In altre parole l'informazione
che li genera rispetto a quella che li visualizza e li
collega ad altri non deve necessariamente essere sulla
stessa macchina ma anche in una in un altro continente
che sia però La distinzione tra informazione generatrice e
visualizzante è generalizzabile e utile alla
comprensione della struttura informazionale dell'immagine
digitale ma non necessaria per la fruizione della forma
risultante. Il digitale, per come e' stato finora
strutturato, si fonda su queste due operazioni, che
rispecchiano un comportamento simile al genetico, tra una
matrice generativa e una di lettura di
essa, una componente genotipica dell'informazione
e una fenotipica. Nel caso della rete (ma non
solo), sembra che questo processo si iteri e ciò che è
generativo ad un livello diventa di lettura
dell'informazione ad un altro e così via. E, in
generale, si può aggiungere che il virtuale, per ora
ancora prevalentemente legato al bit, è considerabile
generativo di possibili sensibili Il sistema connesso, o rete delle sottoreti, ha
dunque dei nodi nei quali l'informazione è conservata e
che «esiste» nel momento in cui viene richiesta. Il
ciberspazio esiste nell’interazione con il fruitore.
È un universo parallelo che non deve necessariamente
essere copia del mondo reale, ma che come prodotto umano
è il suo doppio. In questo caso l'immagine digitale è
il "portale", la descrizione di un sito,
"luogo-non-luogo", "attrattore
informazionale" all'interno del Roy Ascott, parlando del ciberspazio, vede una
transizione da una virtualità arida, non biologica ad
una realtà emergente, post-biologica. "Interactivity
in this context is symbiotic, the environment transforms
itself in relation to the transformations it hosts within
its costituent elements" e continua: "The
biggest problem society must deal with the
dis-integration of its citizens as they come to inhabit
the Internet, to pass through the interfaces into
dataspace.... There's a shift in our artistic imperatives
from iconicity to bionicity. Process and behaviour is
replacing image and form”. Ascott vede
l’emergenza in questo di una estetica
apparizionale secondo cui la qualità di apparizione
va sostituendo quella di rappresentazione: "the
quality of coming-into-being, of apparition, is replacing
the quality of representation, of appearance, which has
for so long characterized western art. ... In this
aesthetic of emergence, the surface images provides
nothing more than a site of penetration into deeper
layers of meaning or being." Si consideri la bidirezionalità del flusso:
immagini dal mondo verso il luogo-non-luogo e immagini
del luogo-non-luogo, cioè Peter Weibel così descrive il futuro della
Image Technology: " the future of the image
technology will be designed by massive parallel virtual
worlds (muve = multi user virtual environments), which
are tele-correlates or "entangled". In this
distribuited or dislocated interactive virtual worlds,
the user can be his own cameraman, framing and reframing,
zooming in and zooming out from the moving image".
Quanto alla interazione tra reale e virtuale aggiunge:
"This interaction will also be not only locally
bound, as it still was even in computer assisted
interaction, but it will be correlative between distant
virtual worlds, or between dislocated real and virtual
worlds." Un prodotto di questo tipo, che si apre alla
lettura a vari livelli, permette di cogliere una certa
complessità di tale stratificazione, dai codici, ai
processi, agli stoccaggi. L'immagine digitale è spesso
una meta-immagine, un'immagine di se stessa, non soltanto
dei codici che la compongono nella sua singolarità In altri casi, è la rappresentazione di
programmi di vita artificiale, di aggregazioni di
organismi, dei quali è Un'immagine digitale può infine (anche se è
ancora piuttosto raro) essere trasformata, tra le varie
codifiche a cui può Sarebbe interessante anche seguire il
procedimento opposto e cioè E' sempre più frequente la frammistione tra il
digitale e la realtà in quei casi dove l'interfaccia non
è più una immagine digitale, bensì un qualsiasi
oggetto o spazio. Si tratta della cosiddetta realtà
"aumentata" utilizzata in campo medico,
industriale, educativo, artistico e ovviamente militare.
In tal caso, altri dispositivi di visualizzazione, al di
la dei pixels dei tradizionali monitor, permettono
all'informazione digitale di sovrapporsi alla realtà
corrente e di caricarla di maggiore densità
informazionale. Ciò può avvenire sia attraverso
particolari visori che non escludono la normale visione;
oppure grazie a tecnologie ottiche che permettono ad
oggetti immateriali di avere una propria densità Intorno alla realtà "corrente" cioè
quella sperimentata, o meglio vissuta finora, in futuro
si potranno creare delle aree protette, di salvaguardia,
dove sarà pressoché nulla la frequenza delle
presenze digitali, poiché queste saranno diffuse in
quella che sarà la prossima realtà
"corrente". Saranno quindi aree di realtà non
aumentata, aree di "sottrazione" Una nuova classe di prodotti digitali si sta
infatti sviluppando, immagini, ma sarebbe più corretto
chiamarle sculture dinamiche con una propria biologia
digitale e comportamentale che vanno ad occupare gli
spazi "reali", in una sorta di
sovrapposizione-integrazione. L'"aidoru" di
William Gibson non vive più soltanto nei mondi
letterari. Tali immagini possono quindi essere cariche di
informazione variabile la cui modularità può anche non
essere riconosciuta, non solo perché la separazione
netta del digitale può risultare difficoltosa, ma anche
perché l'immagine emergente è una configurazione che
raccoglie sottoreti di dati e la decodifica può Ogni apporto tecnologico fornisce una ulteriore
modalità di lettura del reale che integra i modelli
precedenti. La visione risultante sarà di maggiore
stratificazione, nella quale le varie architetture
spaziali, mentali, informazionali si intersecano in una
trama sempre più fitta, forse inaspettata, meno
definibile e al contempo più fluida, più L'introduzione nella realtà di elementi più
"leggeri" provoca questo complessivo
alleggerimento della materia ma può anche produrre una
maggiore densità formale di essa. L'interscambio di
descrizioni sistemiche rende le varie realtà più Il modello del flusso di dati proprio del
digitale diventa un modello applicabile, riduttivamente,
alla realtà, la quale si presenta codificabile e
decodificabile ai differenti livelli, dal biologico al
fisico, con modalità diverse e il problema risultante è
legato alla sua riproduzione, duplicazione,
teletrasporto: le copie che statuto avranno? Calvino Italo , Lezioni americane. Sei
proposte per il prossimo millennio Ascott Roy, Die Ästhetik des Erscheinenden
- Apparitional Aesthetics, in Weibel Peter, The Future of the Image
Technology, conferenza Vant2000, Pecchioli Marcello, Elementi di pensiero
tecnologico: Linguaggi visivi avanzati Davis Joe, Romance, SuperCodes and The Milky
Way DNA Electronica 2000, a cura di Stocker G., Schö Gibson William, Aidoru Danelli Diana, Forma in network. Spunti
problematici Danelli Diana, Per una scultura digitale a bassa densità, in AAVV Nel foco che li affina. Quattro studi per Francesco Piselli, Prometheus Editrice, Milano 2000. |
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